Forniture non pagate

Se lo Stato italiano regala l’acqua al Vaticano

Interrogazione a risposta scritta dell’on. Francesco Nucara al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro degli Affari Esteri

Premesso che:

la presenza di acqua, le opportunità di accesso a tale risorsa e la sua distribuzione e controllo sono questioni strategiche che incidono nei rapporti fra le diverse aree del mondo e costituiscono un problema fondamentale in Italia;

la Corte Costituzionale nella seduta del 12 gennaio ultimo scorso ha ritenuto legittimo ed ammesso il referendum contro la privatizzazione dei servizi idrici;

il Concordato del 1929 tra lo Stato Italiano e lo Stato della Città del Vaticano all’art. 6, primo comma, prevede che "l’Italia provvederà a mezzo degli accordi occorrenti con gli Enti interessati che alla Città del Vaticano sia assicurata un’adeguata quantità di acqua in proprietà";

l’ulteriore accordo tra la Repubblica italiana e la Santa Sede del 18 febbraio 1984 nulla chiarisce in merito, lasciando inalterato quindi quanto previsto dal citato articolo 6;

la definizione di "adeguata quantità di acqua" è tale da poter essere soggetta a qualunque interpretazione;

lo Stato italiano deve rimborsare l’ACEA, società fornitrice per tutto ciò che attiene alle necessità dello Stato Città del Vaticano in relazione alle forniture idriche e che ciò comporta un onere pari a diversi milioni di euro l’anno;

sulla base degli atti non è chiaro se la fornitura idrica debba essere, per così dire, "regalata" anche alle 13 dipendenze della Santa Sede che godono del regime di extra-territorialità;

nulla è scritto nel Concordato per quanto concerne il servizio afferente le acque reflue, bianche e nere che costituiscono un onere per chi gestisce tale servizio;

Per sapere:

a quanto ammonta, in metri cubi, la fornitura idrica dell’ACEA e quali ne siano le destinazioni nello Stato della Città del Vaticano e quale sia l’onere finanziario a carico dello Stato italiano;

quali siano le informazioni del Governo in ordine alle motivazioni che inducono la Santa Sede a non onorare i pagamenti relativi al riciclo delle acque;

quali iniziative intenda assumere il Governo italiano per indicare in via definitiva a quanto debba ammontare la fornitura idrica e, considerato il problema del riciclo delle acque, quale direttiva intenda impartire per il pagamento degli oneri finanziari relativi;

se, più in generale, il Governo non ritenga sia giunto il momento di una revisione critica del Concordato almeno per gli aspetti sopra citati.

On. Francesco Nucara